OSCAR: vince Coda, entusiasma Dune, delude Il potere del cane.

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Non c’è l’Italia tra i vincitori degli Academy Awards 2022, edizione #94.  La Statuetta più prestigiosa, quella per il miglior film, va inaspettatamente a “CODA – I segni del cuore” che mette a segno un en plein clamoroso: tre candidature, tre premi. Ne parleremo più avanti. Ritenuto l’outsider tra i papabili, il film ha la meglio sul quotatissimo “Il potere del cane”, vera delusione della manifestazione.

Ruby (magnificamente interpretata da Emilia Jones, ventenne, londinese) è la protagonista della pellicola premiata. I genitori e il fratello sono non udenti e la ragazza, l’unica col “dono della parola”, sarà interprete imprescindibile tra la famiglia (dedita alla pesca) e il resto di una comunità di pescatori. Tutti i giorni, alle tre del mattino, suona inesorabile la sveglia e Ruby, ancor prima di andare a scuola, prima in barca, poi al mercato deve assolvere all’impegno di vera e propria referente in una attività altrimenti impraticabile. Il talento per il canto della ragazza riesce a complicare un quadro già precario. Suffragata dall’impegno del proprio insegnante, Ruby viene preparata e poi selezionata per un’audizione che le farebbe coronare il sogno della vita.

Ma c’è anche la missione familiare per la quale la giovane si è sempre egregiamente adoperata. Un dilemma atroce, nella mente e nell’anima di Ruby. Girato interamente nella contea dell’Essex, nel Massachusetts, il film ottiene anche l’Oscar per la migliore sceneggiatura non originale, firmata da Sian Heder che del film è anche regista. Troy Kotsur, nel film il papà di Ruby, conquista la Statuetta quale miglior attore non protagonista. L’attore, 53 anni, dell’Arizona, è sordo dalla nascita, così come lo sono Daniel Durant, fratello della protagonista, e la mamma di Ruby interpretata da Marlee Matlin che l’Oscar l’aveva già vinto nel 1987 (migliore attrice in Figli di un dio minore). Successo strepitoso per “Dune” che porta a casa addirittura sei Statuette. Il Kolossal vince per la fotografia, il montaggio, la scenografia, la colonna sonora, gli effetti visivi ed il sonoro. Tutti premi di natura tecnica, come si dice in gergo.

Jane Campion si aggiudica invece l’Oscar per la Migliore Regia. L’unico premio per il suo “Il potere del cane” che, come accennato, vantando ben dodici nominations, risulta il vero sconfitto della notte di Los Angeles. Se pensiamo che la regista neozelandese è appena la terza ad essere premiata per questa sezione degli Awards californiani, il suo successo fa davvero rumore.

Per la categoria Film Internazionali, come si diceva all’inizio, non ce la fa Paolo Sorrentino. Il regista napoletano, per niente sorpreso, ribadisce che sarebbe stata un’autentica impresa bissare il successo de “La grande bellezza”. Cosicché il pur ottimo “E’ stata la mano di Dio” ha dovuto cedere a “Drive my car” del regista nipponico Ryusuke Hamaguchi. Un film che già molti hanno definito autentico capolavoro.